Una sconfitta e una vittoria per i Romani
Due le battaglie combattute in Lomellina prima dell’avvento di Cristo. Nel 218, alla fine di novembre, la cavalleria cartaginese di Annibale sconfigge quella romana del console Publio Cornelio Scipione in una zona definita da Tito Livio “apud Ticinum”, cioè nei pressi del Ticino. Il 30 luglio 101 le legioni al comando dei consoli Gaio Mario e Quinto Lutazio Càtulo annientano il popolo dei Cimbri nella battaglia dei Campi Raudii: la pianura è quella fra Robbio e Vercelli.
Teodolinda e la “chiesa del Diavolo”
Nel novembre 590 la regina del Longobardi Teodolinda sposa il duca di Torino Agilulfo, che sarà eletto re il 5 maggio 591. Secondo lo storico Paolo Diacono, le nozze sono celebrate a Lomello, nella basilica di Santa Maria Maggiore. Nella tradizione popolare, la basilica è la “chiesa del diavolo” perché, il giorno prima delle nozze, l’edificio fu distrutto dal Diavolo e da lui stesso riedificato in una sola notte di lavoro febbrile, ma lasciato volutamente incompleto. Satana aveva evitato di far correre paralleli i muri: inoltre, i colonnati erano di forme e di dimensioni diverse nei fusti, nei capitelli, nel giro dell’arco e nell’altezza dei piedi.
La leggenda dei paladini Amico e Amelio
Il 12 ottobre 773 a Mortara, nelle campagne attorno all’abbazia di Sant’Albino, il re franco Carlo, futuro Magno, sconfigge il longobardo Desiderio in una battaglia campale. Da qui nasce la suggestiva leggenda dei paladini franchi Amico e Amelio, morti nella battaglia: le loro spoglie, inumate in due posti differenti, saranno ritrovate sotto l’altare dell’abbazia.
Mille anni della parola “Laumellina”
In un documento del 913 a firma di Berengario I, re d’Italia, è citato per la prima volta un “situm de Comitatu Laumellino”, cioè un luogo nel Comitato (contea) lomellino. Un secolo dopo, in un diploma del 1019 Enrico II il Santo, imperatore del Sacro Romano Impero, scrive: “res etiam iuris ipsius monasterii de ipsa civitate [Pavia] et in Laumellina”.
Conti di Lomello e dogi di Genova
A cavallo dell’anno Mille acquista prestigio la famiglia dei Conti di Lomello, imparentata con i Conti del Sacro Palazzo di Pavia. Nel 1164 si disperde insediandosi in diversi paesi lomellini: il ramo più influente sarà quello dei Langosco. Da citare anche il potente ramo genovese, il cui capostipite è Gandolfo da Lomello, detto “Lomellino” per via delle sue origini. Fra il XVI e il XVIII secolo diversi esponenti saranno dogi di Genova: il più noto sarà Giambattista Lomellini, sostenitore dell’ammiraglio Andrea Doria contro la dominazione francese.
La piazza voluta dal Moro
Nel 1492 a Vigevano gli Sforza avviano la costruzione di piazza Ducale e l’ampliamento del castello, che diventerà uno dei complessi fortificati più grandi d’Europa. La realizzazione della piazza è voluta da Ludovico Maria “il Moro” Sforza, all’epoca reggente del ducato di Milano, come anticamera del limitrofo castello e sarà ultimata nel 1494. Lunga 134 metri e larga 48, è edificata su tre lati: il quarto è occupato dalla Cattedrale di Sant’Ambrogio, sede vescovile.